Foggia (FG) // 6 agosto 2018 // 36 anni
2018. Un’estate di sangue. Incidenti e stragi di braccianti. Lunedì 6 agosto: 12 braccianti immigrati sono morti, dopo una dura giornata di lavoro nelle campagne pugliesi. Erano in 14, probabilmente viaggiavano in piedi, stipati in un furgoncino con targa bulgara che poteva trasportare al massimo otto persone e che si è capovolto sull’asfalto dopo lo schianto: una scena apocalittica, con i corpi straziati tra le lamiere. I loro nomi Lhassan Goultaine (Marocco, 39 anni), Anane Kwase (Ghana, 34 anni), Mousse Toure (Mali, 21 anni), Lahcen Haddouch (Marocco, 41 anni), Awuku Joseph (Ghana, 24 anni), Ebere Ujunwa (Nigeria, 21 anni), Bafoudi Camarra (Guinea, 22 anni), Alagie Ceesay (Gambia, 24 anni), Alasanna Darboe (Gambia, 28 anni), Eric Kwarteng (Ghana, 32 anni), Romanus Mbeke (Nigeria, 28 anni) e Djoumana Djire (Mali, 36 anni). «Le condizioni di trasporto, i soldi trovati addosso al conducente, e una serie di elementi tra cui le dichiarazioni dei due braccianti sopravvissuti che hanno detto quante ore lavoravano e quanto erano pagati – spiega il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro – rimandano a condizioni di caporalato e sfruttamento, e vogliamo verificare se ci sia stato questo fenomeno».
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